VIAGGIO IN MONGOLIA. Diario di bordo
Diario di bordo del mio viaggio invernale in Mongolia fino alle sponde del lago Khuvsgul, tra natura, sciamani, Buddhismo e nuove amicizie.
Diario di bordo del mio viaggio invernale in Mongolia fino alle sponde del lago Khuvsgul, tra natura, sciamani, Buddhismo e nuove amicizie.
Nel nostro corpo scorre un energia. Energie che alcune filosofie chiamano Prana, forza vitale, Chi. Questa energia dà luogo alla formazione di un campo che ci circonda, forse è ciò che ci fa sentire a pelle, attraverso gli organi recettori, determinate sensazioni a contatto con persone o luoghi. Quando sentiamo qualcosa come il carisma o quando abbiamo la sensazione che qualcosa non funzioni o che una persona ci fa del bene.
Ognuno di noi è qui per un viaggio. E’ un po’ come quando iniziamo ad andare a scuola, non possiamo iniziare direttamente dalla prima superiore, ma dobbiamo andare alla prima elementare. Nel nostro mondo, quello che percepiamo, avviene la stessa identica cosa. Da quale classe iniziamo? Dipende da come siamo usciti dalla classe precedente.
Questo significa che in un universo a più dimensioni, in cui in ogni dimensione si sviluppano storie a sé, in pratica c’è già una parte di noi che sta già vivendo quella esperienza.
Da studi approfonditi, risulta che dal modo in cui la mente parla alle nostre cellule, dipende la nostra salute o la nostra malattia. Se con il pensiero mando messaggi sbagliati in momenti inappropriati, la biologia non è più in sincronia con il mondo in cui vive. Ed ecco che il segnale trasmesso non è più corretto.
Siamo abituati ad usare gli occhi per la nostra attenzione, ma ci sono altre modalità. Alcune mai usate. Tutte modalità che sono in grado di aprire le porte alla percezione. Vanno allenate.