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CHI SEI?

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Chi sei?

Ti sei mai posto questa domanda?

Chi ci dà la sensazione di sapere chi siamo?

All’interno di ogni testa, c’è l’oggetto più sorprendente che abbiamo mai scoperto: il nostro cervello, il cervello umano. Il cervello siamo noi.

Organo di 1 chilo e 300 grammi, è composto da centinaia di miliardi di cellule con quadrilioni di connessioni tra loro. Sparano trilioni di messaggi ogni secondo. Tutto ciò si traduce nell’esperienza di essere chi siamo.

Cosa dà forma a chi diventiamo?

La tua vita modella il tuo cervello ed il cervello modella la tua vita.

Cosa ti rende te stesso?

La storia del diventare te stesso inizia con un fatto straordinario.

Nasciamo completamente indifesi e questa impotenza dura più a lungo nell’uomo che in qualsiasi altra specie vivente. Confrontiamo i bambini umani con i nostri cugini del regno animale. Molti animali appena nati sono già pronti per il modo. Hanno abilità innate: una zebra dopo 45’ può correre, i cuccioli di giraffa imparano a stare in piedi in poche ore, i delfini nascono nuotando.

Questo sembrerebbe essere un vantaggio, ma metti uno qualsiasi di questi animali in un ecosistema non fatto su misura per loro e non sopravviveranno affatto.

Al contrario un bimbo di due anni dipende ancora dagli adulti, ma un giorno potrebbe vivere in Alaska o nel Sahara, o sulla luna. In altre parole può adattarsi a qualsiasi ambiente. E questo, grazie all’unico e spettacolare modo in cui il cervello umano può modellarsi e adattarsi al mondo che lo circonda.

Gli esseri umani arrivano al mondo programmati per alcune cose, come assorbire i linguaggio e imitare le espressioni facciali, ma la cosa davvero notevole sugli esseri umani è il grado a cui i loro cervelli sono incompiuti. E questo porta ad un periodo di prolungata impotenza.

Il piano è semplice: invece di trasmettere tutte le informazioni, come ad esempio succede ai rinoceronti, negli esseri umani viene lasciato che l’esperienza di vita cabli il resto del cervello. Arriviamo con qualcosa che è approssimativo e lo mettiamo a punto strada facendo. Impariamo vivendo. Sembra rischioso, ma questo è esattamente quello che fanno i giovani cervelli umani e ci dà un vantaggio straordinario.

Mentre cresciamo impariamo e ci adattiamo.

Qual’è il segreto della flessibilità dei giovani cervelli?

Beh, non si tratta di far crescere cellule nuove. Il numero è lo stesso degli adulti. Invece il segreto sta nel modo in cui queste cellule sono collegate.

Un bambino di cinque anni ha essenzialmente le stesse cellule celebrali di un adulto,  ma quello che sta succedendo nella mia testa è molto diverso da quello che sta succedendo nella sua. Nel cervello di un neonate i neuroni stanno iniziando a comunicare, ma poi nel corso dei primi due anni quei neuroni cominciato a connettere in mondo estremamente rapido, formando fino a due milioni di nuove connessioni al secondo. All’età di due anni un neurone medio ha più di 15.000 connessioni. Quasi il doppio di quelle che si trovano in un adulto.

Cosa succede in mezzo?

Beh, dopo i due anni la crescita si arresta. Il processo di diventare qualcuno consiste nel portare indietro le possibilità che sono già presenti.

Si diventa ciò che si è, non a causa di ciò che cresce nel cervello, ma a causa di ciò che viene rimosso.

Mentre cresciamo e impariamo nuove abilità, riduciamo il numero di connessioni del nostro cervello, focalizzandoci su un numero minore di connessioni, ma più forti. Quando impari a leggere, per esempio, il tuo circuito viene scolpito per interpretare i segni sulla pagina.

Le connessioni passano dall’essere universali, ad essere specifiche, e quei collegamenti che non usi più, li perdi.

Nel caso dell’infanzia i circuiti celebrali vengono cablati dalle esperienze e dall’interazione con l’ambiente. Ma questa dipendenza dal mondo esterno non fornirà sempre ciò di cui il tuo cervello ha bisogno. 

Cosa significa?

Più saremo in grado di creare situazioni diverse, più il nostro cervello sarà costretto ad adattarsi, a creare nuove connessioni. Quindi tutte le volte che ne abbiamo l’occasione, inventiamoci qualcosa di nuovo, di diverso e creiamolo ancora di più ai nostri bambini

Riassumendo

Nasciamo molto indifesi e pian piano apprendiamo, a differenza degli animali che nascono già con buona parte di appreso.

Abbiamo già un campo di infinite possibilità nel nostro cervello, ma dai due anni in avanti quelle connessioni vengono in buona parte abbandonate, lasciandone meno, ma più profonde.

Quindi impieghiamo una vita a capire chi siamo e farci riconoscere dagli altri. Cosa succede quando dobbiamo mettere in discussione quella idea che ci siamo creati?

E per te, quanto è difficile cambiare?

 

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Scritto da Heidi Zorzi

Diventare Mental Coach, mi ha aiutato a comunicare con i miei figli, con i miei allievi, in modo sempre più chiaro ed efficace, e aiuta loro a sviluppare autostima, motivazione, consapevolezza, che sono condizioni importanti sia nello sport, sia, soprattutto, nella vita.

3 Set, 2021

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