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IL PENSIERO CREA

post blog heidi il pensiero crea

La Creazione

Come fu l’inizio della vita? Prova a pensare cosa ci sarà stato prima dell’inizio. Pensa al niente, al concetto del nulla. Che effetto ti fa?

La creazione del mondo fu un qualcosa di casuale o fu il risultato di un idea, di un pensiero più grande?

Se prendiamo in considerazione che l’universo nasce dal nulla, capisci anche tu che è impossibile, a meno che prima di quello che chiamiamo nulla non ci fosse stata un’idea, un’informazione.

Nell’antico testamento si parla della creazione e nel Nuovo Testamento vi è scritto che “In principio era il verbo”.  E il verbo era la Parola di Dio. Cos’è dunque questo verbo? Una parola, un suono?

Nei più recenti studi di Cymatica del professor Hans Jennings, che tendono a spiegare l’effetto morfogenetico delle onde sonore, si è dimostrato che usando diverse vibrazioni sonore le particelle di acqua o di sabbia assumono una sorprendente gamma di forme.

Viene dunque da pensare che le onde sonore tendano a plasmare la materia. Da questo non ci vuole molto ad immaginare che il suono abbia contribuito a plasmare una forma di vita.

Secondo la tradizione induista, ad esempio, fu proprio il suono insieme ad un’energia, ad un pensiero, a creare l’universo.

Per la scienza è stato proprio il Big Bang, una grande esplosione, a creare il tutto. Anche dal punto di vista della scienza, quindi, le onde sonore furono all’origine del tutto.

Sia dal punto di vista della scienza che delle antiche religioni, prima del suono, prima della grande esplosione ci deve essere stato un principio di informazione.

Facciamo una prova.

Prendi un foglio di carta che non ti serve. Lo hai? Ora accartoccialo!

Bene. Analizziamo a cosa.

C’è stato un evento: l’accartocciamento del foglio. Sei d’accordo? Da cosa ha avuto origine? Prima c’è stato un pensiero, un’informazione che ho trasformato in parole. Attraverso delle onde sonore ti sono arrivate e tu hai attuato la richiesta. Hai trasformato l’informazione in qualcosa di fisico.

Quindi il pensiero crea. 🙂

E molto spesso non è un mio pensiero, ma quello di qualcun altro.

Prova a pensarci quante cose facciamo su richiesta di altri!

Bene, quindi:

  • IL PENSIERO CREA
  • IL PENSIERO E’ SPESSO CONDIZIONATO

 

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Il pensiero crea su tre livelli:

  • Il primo livello è il livello materiale. Ogni volta che ti alzi dalla sedia, se ci fai caso, l’azione è guidata da un pensiero che previene l’azione stessa. Molte volte lo facciamo senza accorgerci, ma così è. Spesso l’idea è guidata da un bisogno.

Durante l’inaugurazione di una nuova parte di Disney, qualcuno disse al figlio di Walt:

Peccato che suo padre non sia qui a vedere cosa è stato creato. –  Il figlio rispose – Se questo esiste, mio padre lo aveva visto, molto prima di noi!”

🙂

Si dice che l’immaginazione crea. Ma c’è una forma ancora più potente dell’immaginazione. Mi viene in mente una bellissima citazione di Mahatma Ghandi, che dice:

I vostri pensieri diventano le vostre parole.

Le vostre parole diventano le vostre azioni.

Le vostre azioni diventano le vostre abitudini.

Le vostre abitudini diventano i vostri valori.

I vostri valori diventano il vostro destino.

  •  Il secondo livello sul quale si attiva il pensiero è il livello fisico biologico. Per comprenderlo meglio voglio farti fare un piccolo esperimento. Faremo un esperimento con il tuo corpo.

Ascolta il tuo corpo in modo neutro. Chiudi gli occhi, inspira ed espira e percepisci il tuo corpo, i tuoi muscoli, i tuoi arti, la tua postura, le tue emozioni, per qualche secondo.

Ora ti chiedo di alzarti, di chiudere di nuovo gli occhi e di ripetere una serie di NO a te stesso.

Quali sono state le percezioni del tuo corpo? Rifallo, se vuoi, ascoltando meglio il tuo corpo. Si sono incurvate un po’ le spalle? Ti sei un po’ chiuso in te stesso? E’ cambiata impercettibilmente la posizione del tuo corpo?

Rifallo, se vuoi, per renderti conto cosa cambia.

Benissimo. Hai notato queste piccole differenze?

Ora ripetiamo l’esercizio. Chiudiamo gli occhi, inspira ed espira, poi dì una serie di SI.

Cosa è cambiato rispetto al NO? Come reagisce il tuo corpo ai SI? Sei riuscito a notare i cambiamenti che sono avvenuti?

SI e NO, anche se noi non ce ne accorgiamo, sono legati a delle nostre esperienze passate e attivano la memoria selettiva.

Spero che tu faccia parte della grande maggioranza delle persone che sente la differenza tra il SI ed il NO. Se non l’hai sentita, chiediti se si tratta di mancanza di esercizio nell’ascolto delle tue sensazioni, o se c’è qualche memoria che non vuole essere recuperata?

Ognuno di noi ha delle memorie bloccanti, chi più chi meno. Ora è importante saperlo e rendersene conto.

Parliamo di alcune ricerche

Secondo l’America Medical Association, il 75% dei problemi di salute è causato dalle nostre emozioni. E’ un numero disarmante: 3 persone su 4. Prova pensare agli ospedali: 3/4 dei pazienti potrebbe non essere lì se solo si facesse di più sul fattore emotivo, sui loro pensieri.

Conosciamo bene l’effetto placebo, effetto per il quale le persone guariscono pensando di prendere un medicinale e invece prendono acqua; come anche l’effetto nocebo, persone che sono convinte di essere ammalate anche quando non hanno nulla.

L’effetto di una sostanza placebo è stato parificato all’effetto della morfina, con risultati sorprendenti!  Potrebbe alleviare il dolore a metà delle persone malate di cancro. Sia nel trattamento della depressione, che delle malattie cardiache è stata analizzata una risposta fino all’80% dei casi, delle sostanze placebo.

Il pensiero influenza la realtà. Anche i colori delle capsule determinano sensazioni diverse: le pillole azzurre calmano, mentre quelle colorate di rosso danno energia!

Anche i pensieri sulla morte hanno un profondo risultato diverso.  Il dott. Herbert Benson ha dichiarato che i medici diffidano dei pazienti convinti di star per morire. Esistono studi fatti su persone che dovevano essere sottoposti a semplici operazioni; le persone che erano affette da grande tristezza causata dalla fine della loro storia sentimentale avevano una percentuale di fallimento dell’operazione molto più alta.

E’ un dato risaputo che le persone positive stanno meglio, che sono più sane e vitali. Chi ha relazioni felici, ha vite felici.

Il pensiero crea a livello fisico e biologico.

  •  Il terzo livello ci dice che il pensiero crea anche a livello energetico, a livello quantico. Le onde che emettiamo vanno in assonanza o in risonanza con le onde di ciò che ci sta attorno, creando una reazione a catena. Sono fenomeni ormai dati per certi. Non si studia più il “se funziona”, ma si studia il “come funziona”

Il dott. Dean Radin, insieme alla psicologa Dian Ferrari dell’università di Princeton, nel New Jersey, hanno cercato in tutte le pubblicazioni dal 1930 al 1989 la percentuale di successo nella capacità delle persone di influenzare l’uscita di un numero prestabilito nel lancio dei dadi. Bene il risultato fu che le persone riuscivano ad influenzare il risultato

Alcuni fenomeni sono sottili, quindi poco percettibili. Non per questo non utili. Pensa all’arciere che nel muovere impercettibilmente le scapole, permette alla freccia di raggiungere o meno il centro del bersaglio.

Noi viviamo sulla nostra linea di realtà. Accanto ad essa corrono infinite altre linee di realtà. Metti che vuoi fare l’atleta, anzi un atleta di successo. Questo è il tuo pensiero quindi vai verso questo risultato. Dopo quanto succederà? Dipende dalla tua distanza dalla linea scelta. Dalle tue capacità, dalla tua abnegazione, dalla tua voglia di raggiungere il risultato, dalle tue azioni. Una volta che crei il pensiero, ti sposti in quella direzione. Se non lo raggiungi entro le tue aspettative di tempo rischi di fermarti su qualche linea di distanza, non arrivi alla linea che desidereresti raggiungere.

Il pensiero crea. Il pensiero è precursore della realtà, quando è coerente all’azione. Quante volte sappiamo che dovremmo fare qualcosa, che però, siccome è difficile, o ci è scomodo, o non ne abbiamo voglia non lo facciamo?

Abbiamo bisogno di sperimentare. E’ l’azione che ci permette di capire quanto ci stiamo muovendo.

Come sono le tue azioni?

Scrivimelo nei commenti, se ti va! 😉

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Scritto da Heidi Zorzi

Diventare Mental Coach, mi ha aiutato a comunicare con i miei figli, con i miei allievi, in modo sempre più chiaro ed efficace, e aiuta loro a sviluppare autostima, motivazione, consapevolezza, che sono condizioni importanti sia nello sport, sia, soprattutto, nella vita.

12 Mar, 2021

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