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IL POTERE DELLE PAROLE

Post Blog Heidi Il potere delle parole

Le parole

Quanto le riteniamo importanti?

Quanto ne siamo consapevoli?

Voglio raccontarti una storia. Si narra che Swami Mukundananda, un famoso mistico indiano, stesse spiegando il potere della parola ad una folla, quando un giovane protestò ad alta voce – Che stupidaggine, sono solo parole! Credete che se  dico in continuazione pane, pane, pane, avrò la pancia piena?

Il Santo si alzò gli puntò il dito contro e con fare minaccioso lo apostrofò – Siediti! Stupido, idiota! Il giovane andò su tutte le furie, diventò tutto rosso, le corde del collo gli diventarono grosse e tutto tremante dalla rabbia, disse – E tu, saresti un santo uomo a parlarmi così? Il guru allora gli sorrise dolcemente e disse – Ma signore, non capisco, vi siete sentito chiamare idiota solo una volta e guardare che reazione ha provocato questa parola una sola volta, Credete che invocare il nome del Divino più e più volte non abbia alcun effetto?

Come possono delle semplici parole portare alla guarigione?

Heidi blog post Ayurveda: l'arte di vivere in salute

Come fanno ad innescare delle reazioni tanto profonde?

E’ molto semplice, usiamo parole in continuazione, sia nelle nostre conversazioni con noi stessi, sia nelle conversazioni con altri. Un’affermazione, quindi, è una frase che diciamo sia in positivo che in negativo. Emettiamo circa 60.000 pensieri che altro non sono che parole che diciamo a noi stessi ogni giorno, ed almeno la metà sono pensieri ripetitivi, cioè sono gli stessi di ieri e anche del giorno prima. Quindi come meravigliarsi che la nostra vita continui sempre allo stesso modo?

Fin da piccoli accettiamo le convinzioni limitanti su noi stessi, sul nostro corpo, sulle nostre capacità o incapacità, sugli altri e sul mondo e le facciamo nostre ripetendole più volte, fino a crederle reali. Man mano che continuiamo ad utilizzare certe frasi, infatti, iniziamo a crederci e le trasformiamo in convinzioni che pian piano governano la nostra vita e le nostre scelte. Ci concentriamo sempre più sulle frasi che usiamo per descrivere la nostra realtà. Continuiamo a riviverle attraverso i ricordi, le emozioni fino a farle diventare la nostra narrativa personale.

E’ quindi attraverso le storie che ci raccontiamo che comunichiamo con noi stessi e con gli altri. Di questi meccanismi, diventati delle vere e proprie abitudini, nella grande maggioranza dei casi non siamo nemmeno consapevoli e nemmeno degli effetti che hanno sulla nostra vita, sul nostro lavoro, sulle nostre relazioni. Pensiamo di non valere, ci ripetiamo che in quell’esame o in quel colloquio di lavoro sbaglieremo, o che non siamo abbastanza preparati?

Quale sarà il nostro stato d’animo, secondo te?

Saremo così tesi e preoccupati che anche se abbiamo studiato, la nostra mente si rifiuterà di cooperare per farci ricordare la risposta giusta. Ricordi l’effetto Pac Man di cui ho parlato tempo fa? Ci continuiamo a ripetere che nessun uomo si interessa a noi o che il nostro partner non è più innamorato? Ecco che diventeremo sempre più chiusi, cinici e distanti. Le vecchie credenze, infatti, continueranno a proporci esperienze che provano la loro veridicità perché la nostra mente ha un compito: dimostrarci che abbiamo ragione.

Profezie auto avveranti

È per questo che le credenze si perpetuano ed il ciclo continua. E’ quello che in psicologia chiamiamo Profezia Auto Avverante. Così non descriviamo il mondo che viviamo, ma vediamo (e finiamo per vivere) il mondo che descriviamo.

Lo ripeto:

Non descriviamo il mondo che viviamo, ma vediamo (e finiamo per vivere) il mondo che descriviamo.

In sintesi tutti noi usiamo un certo linguaggio per descrivere le nostre esperienze e ben presto iniziamo a creare delle potenti metafore che guidano nostra vita.

Tempo fa un manager raccontava del suo lavoro definendolo un campo di battaglia, dove la concorrenza era un nemico da sconfiggere, il budget mensile, una lotta continua all’ultimo sangue….

E la sua salute?

Non a caso si lamentava di un forte stress, di dormire con grande fatica, di non riuscire a rilassarsi nemmeno quando era in vacanza, dove era regolarmente attanagliato da forti mal di testa.

Le parole sono, nella mia non modesta opinione, la nostra massima e inesauribile fonte di magia, in grado sia di infliggere dolore che di alleviarlo.

Albus Silente

Il linguaggio ha la magica capacità di alterare la nostra percezione. Pensiamo attraverso le parole e queste stesse parole hanno il potere di imprigionarci o di renderci liberi, di farci vivere nell’ansia e nella paura costante o di portarci serenità e tranquillità. Per questo cambiando il nostro linguaggio, cambia la nostra vita.

Auto convincimento o auto programmazione neurale?

Quando cambi come pensi, cambia quello che senti, e di conseguenza, cambia quello che puoi fare

Richard Bandler

È risaputo che le ripetizioni nel tempo creano delle abitudini. Quando diventiamo consapevoli del valore dei nostri pensieri e delle nostre parole, possiamo decidere di cambiare quelle che non ci sono molto utili. Perché se le parole “negative” hanno un peso così influente, allora, allo stesso modo, anche quelle positive saranno efficaci, non credi?

Man mano che usiamo un linguaggio consapevole, apriamo nove porte nel nostro inconscio e questa è la vera differenza. Dietro a quelle porte ci sono le nostre potenzialità inespresse e i nostri talenti; ci sono nuove opportunità. Ecco allora che nella crisi iniziamo a vedere delle possibilità; gli obiettivi che vogliamo raggiungere diventano veramente realizzabili. Ecco che iniziamo a programmare i nuovi passi e questo fa un enorme differenza.

A livello psicologico alleniamo il nostro sistema mente e corpo a creare la trasformazione che vogliamo, creando nuove sinapsi. A livello energetico incanaliamo la nostra energia, innalziamo le nostre vibrazioni ed è come se mandassimo davanti a noi una schiera di aiutanti per prepararci il terreno. Certo, se non facciamo qualcosa per cambiare le nostre programmazioni, le nostre convinzioni, se non diventiamo coerenti con ciò che diciamo, se non lo facciamo veramente nostro, il risultato non sarà duraturo. Corpo, mente e spirito devono essere in coerenza, andare insieme nella stessa direzione e per farlo è necessario  guardare i nostri lati ombra e rielaborare il nostro vissuto. Alle volte non è facile da soli, può servire un aiuto esterno, ma sentire sgretolare le nostre convinzioni depotenzianti ci fa sentire liberi e leggeri. Pronti per iniziare a volare veramente.

Insomma se pretendiamo che le affermazione facciano tutto il lavoro al posto nostro, rischiamo di rimanere sempre allo stesso punto. Ma come cambierebbe la nostra vita se seguissimo una “dieta linguistica” basata sul rispetto, l’amore, l’apprezzamento. E non solo applicata a ciò che diciamo agli altri ad alta voce, ma soprattutto a ciò che diciamo a noi stessi durante il nostro dialogo interiore.

Ora vedremo tre passi per fare questo passaggio.

Il primo passo è la consapevolezza: se non sappiamo quali sono le storie che ci raccontiamo, le metafore che spesso inconsciamente guidano la nostra vita, come possiamo modificarle?

Tre passi per creare una nuova abitudine linguistica

  • Consapevolezza

Prendi un foglio ed esamina le aree principali della tua vita: il lavoro, le relazioni, la salute…
Quali parole usi per descrivere le diverse aree della tua vita?
Quali sono i tuoi pensieri riguardo al lavoro? E riguardo le tue capacità?
Quali sono le tue convinzioni rispetto al rapporto sentimentale, al matrimonio? Che tipo di storie ii raconti? Sono storie di amore, di scambio, di possibilità di potere  o sono storie di vittimismo senza speranza? Sono storie di pace o storie di guerra?  

  • Cambia il linguaggio

Ora che hai messo in chiaro i tuoi modi di dire, comincia a trasformare le tue metafore, a modificare la tua narrativa interiore con parole di potere. Il devo può diventare uno scelgo o un voglio, perché alla fine tutto è una scelta, magari una scelta che ci costa fatica, ma comunque una scelta. Oppure se passi molto tempo a dire mi piacerebbe, non riesco non posso, chiediti cosa te lo impedisce e sposta il tuo focus sul cosa vuoi dare energia. Chiediti: “E se potessi?” , cosa cambierebbe?
Parla al passato dei tuoi problemi. Comincia ad includere parole di potere nei tuoi discorsi e nei tuoi messaggi, come quelle dell’Ho’oponopono: Mi dispiace, Perdonami, Grazie, Ti amo.
Usa la cornice del come se. Non riesci a fare una certa cosa? Muoviti come la persona che la riesce a fare, nota come si muove, come parla, com’è il suo atteggiamento. Cosa farebbe quella persona? Cosa farebbe di diverso, di nuovo? Cosa smetterebbe di fare?

  • Azione

Ora che hai trovato le tue parole di potere, inizia a usare quelle parole, a fare quelle nuove azioni. Lascia che sia l’amore e l’accettazione di te stesso a guidare le tue scelte. 

 

Te lo meriti! 🙂

E se e vuoi approfondire, o scoprire come cambiare i tuoi condizionamenti, le tue convinzioni,

Contattami! 🙂

Seguimi

Scritto da Heidi Zorzi

Diventare Mental Coach, mi ha aiutato a comunicare con i miei figli, con i miei allievi, in modo sempre più chiaro ed efficace, e aiuta loro a sviluppare autostima, motivazione, consapevolezza, che sono condizioni importanti sia nello sport, sia, soprattutto, nella vita.

25 Mar, 2022

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