Cosa stai facendo, ora?
La vita è una sequenza di attimi ed ogni attimo possiamo decidere cosa fare in quello successivo. Quindi possiamo dire che in ogni attimo esistono una serie di potenziali futuri.
A seconda delle scelte sul prossimo attimo, cambia il potenziale futuro che si sviluppa. E quindi le nostre scelte influenzano la nostra realtà in maniera concreta, tangibile, selezionando una serie di futuri possibili. Possiamo decidere di fare determinate azioni diverse. Tutti i futuri sono qui, disponibili in questo attimo. Te ne rendi conto? Siamo noi che scegliamo e rendiamo concreto, reale, tangibile un futuro che già esiste a livello potenziale. Anche in questo preciso momento.
La domande è: quante cose possiamo fare?
Essendo tutto già disponibile, è solo una cosa che fa la differenza: la nostra scelta che influenza la realtà che ci circonda e ci permette di vivere un determinato tipo di conseguenze.
Ma spingiamoci oltre. Oltre al livello puramente razionale.
Cosa dicono le scienze.
Dobbiamo ammettere a noi stessi che ci sono cose che non vediamo, eppure esistono. Possiamo riprendere il discorso già fatto in passato sul campo uditivo e visivo, ma anche del campo percettivo. I nostri sensi, fisiologicamente sono stati settati per percepire solo determinate cose. Altre cose esistono, ma non ne facciamo esperienza diretta perché non le vediamo, non riusciamo a sentirle o a percepirle. Ma ci sono.
Dobbiamo ammettere che esistono delle cose anche se noi non le vediamo, anche se non ne facciamo esperienza diretta. Mi vengono in mente le onde del Wifi che ci permettono di usare internet anche senza fili. Dunque esistono, ma non le vediamo.
Ti va di fare un esperimento?
Fissa un oggetto davanti a te per qualche secondo. Cosa vediamo quando osserviamo qualcosa? In qualsiasi testo di fisiologia , possiamo trovare la spiegazione di cosa succede quando vediamo qualcosa: la luce raggiunge il cristallino che è di circa 6 mm. di ampiezza, raggiunge la retina, dove viene messa a fuoco un’immagine rovesciata di ciò che striamo osservando.
In condizioni di piena luce, sei milioni di cellule a forma di cono, che riconoscono i colori primari, vengono stimolate e vengono stimolate solo in presenza di uno specifico intervallo di lunghezza d’onda, di frequenza. Quando queste cellule vengono stimolate, inviano degli impulsi elettrici alla parte posteriore del cervello, nel lobo occipitale, dove dieci milioni di cellule, quindi mille miliardi di sinapsi creano un modello tridimensionale di ciò che stiamo guardando. Ecco che creano la realtà che stiamo sperimentando.
Fino a qui nulla di trascendentale, ma solo considerazioni fisiologiche di base. Solo una parte delle frequenze di luce vengono percepite e convertite in ciò che osserviamo. Ancora una volta dobbiamo ammettere che non vediamo ciò che esiste, ma vediamo solo una parte, un intervallo e di conseguenza vi è molto che esiste e che non siamo in grado di vedere.
E’ un punto molto importante.
Conosciamo, per esempio, l’esistenza delle cellule, ma non le vediamo, a meno che non usiamo determinati strumenti che allargano il nostro campo visivo. Conosciamo l’esistenza dei raggi ultravioletti, conosciamo il loro effetto sul nostro corpo, eppure, ancora una volta, non li vediamo.
Sappiamo che esistono gli atomi, gli elettroni, i protoni, i quark, anche se non li vediamo. Eppure esistono.
Quindi se sappiamo che esistono cose anche se non le vediamo, possiamo, allo stesso modo, prendere in considerazione delle idee, anche se non ne abbiamo un riscontro immediato.
Pronti a fare un passo in più?
Brian Green, che è un importante fisico statunitense, fa un esempio molto utile. Osserva un cavo elettrico. Se dovessimo definirlo potremmo dire che ha tre dimensioni: lunghezza, larghezza e profondità. Ma se ci avviciniamo a questo cavo, se cambiamo prospettiva, se vedessimo una sezione dello stesso cavo, non ci sarebbero più solo lunghezza, larghezza e profondità, ma si dovrebbe aggiungere anche una quarta dimensione, quella circolare.
Proviamo a pensare ad una formica che cammina su questo cavo; lo potrebbe percorrere non solo in lunghezza, larghezza e profondità, ma anche girando attorno al cavo, sia in senso orario che antiorario.
Il fisico Brian Green si spinge a considerare questo cavo ancora oltre. Ci invita a sezionare il cavo in questione e scoprire che all’interno di esso ci sono altri cavi più piccoli e se ci fosse un insetto molto piccolo, potrebbe percorrere il cavo principale in lunghezza, larghezza, profondità e anche in modo circolare, ma potrebbe anche entrare nel cavo e percorrere i cavi interni allo stesso modo,, immergendosi dunque in una “sottomultidimensionalità” delle misure del cavo d’origine. Per assurdo, quante volte potrebbe rilevare delle sub dimensioni, ancora? Probabilmente all’infinito, se cominciassimo a guadare quel cavo con strumenti appositi, non credi?
Si potrebbe prendere in considerazione il cavo, poi gli atomi che lo compongono, fino ad arrivare alle stringhe sperimentando, così, infinite dimensioni.
Infinite dimensioni
E’ una parola importante.
Cosa accadrebbe se questo fantomatico insetto arrivasse fino a percorrere le dimensioni delle stringhe? Sperimenterebbe veramente infinite misure esistenti, non trovi?
Il fisico Joseph Lykken ha dichiarato:
Quando parliamo di dimensioni extra intendiamo vere dimensioni spaziali, al pari delle dimensioni spaziali che percepiamo; l’unica differenza fra le due sta nella forma.
Anche il fisico americano Hugh Everet nel 1957 aveva parlato di svariati universi, ognuno contenente più dimensioni ed è una teoria supportata da molti altri fisici e scienziati, come Lisa Randall e Raman Sundrum, che hanno parlato di dimensioni nascoste infinitamente estese.
Questo ci apre uno spiraglio enorme su un mondo esistente, ma non facilmente percepibile. L’eminente fisico David Bohm, principalmente famoso per aver interpretato un’elaborazione della meccanica quantistica in cui sviluppa il concetto dell’onda pilota ha teorizzato, nell’universo, l’esistenza di:
- un ordine esplicito, ovvero ciò che percepiamo come risultato di interpretazione che il nostro cervello dà alle onde di interferenza che compongono l’universo.
- un ordine implicito che non siamo in grado di percepire ma che esiste anche se non siamo in grado di percepire.
Bohn paragona l’ordine implicito ad un ologramma, ossia un’immagine in cui ogni parte dell’immagine contiene l’immagine stessa. Bohm ha portato numerosi contributi alla neuro psicologia e allo sviluppo del modello dell’universo e insieme allo scienziato Karl Pibram, ha costruito la definizione di un nuovo funzionamento del cervello.
Oggi, mi fermo qui, all’immagine dell’ologramma.
Ne sapremo di più a proposito, nel prossimo articolo.
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