Rispolveriamo
La scorsa settimana ci siamo soffermati sulla natura neutra della tecnologia, ricordi? Eppure in alcune società, si sta dando sempre più spazio all’uso di robot, come sostituzione a nostre abilità che se non usate vanno verso l’atrofia, o peggio vengono apprese dalle macchine.
Neuroni specchio
Recentemente si è scoperto che è proprio nella neo-corteccia che ci sono i neuroni specchio, anche chiamati neuroni Cubelli, scoperti nel 2004. Sono particolari perché si attivano in due situazioni diverse:
- Quando una persona fa un’esperienza
- Quando una persona, dal divano, sta seguendo una partita. Il nostro corpo reagisce come fossimo in campo. Guardare è uguale a farne esperienza diretta, per il nostro cervello. Attiva la stessa chimica che produrrebbe se sesse facendo la stessa attività.
Sorprendente, vero?
Quindi il nostro cervello non distingue la differenza. Qui sorge un problema. Se il cervello inizia a connettere tutto ciò che vede con la produzione chimica relativa, è fantastico pensare che quando sto guardando qualcosa di piacevole, sto immaginando la mia guarigione, o un’attività che voglio imparare, il mio cervello crei quella chimica di cui ho bisogno, ma cosa succede quando il film che guardo tratta di violenza, guerra, distruzione?
“Casualmente” i neuroni specchio sono posizionati nei lobi frontali e occipitali, proprio dove vogliono mettere i chip…
Questa tecnologia è straordinaria se pensiamo a chi ha perso un arto, in qualche incidente; allora questa tecnologia diventa un dono immenso. La tecnologia non è buona o cattiva, è l’uso che se ne fa che fa la differenza!
Abbiamo già detto che se non usi una funzione, la perdi. Se non usiamo le nostre capacità biologiche, le perdiamo per atrofia. Se in questa generazione usiamo un chip per giocare, la prossima generazione vorrà il chip per vivere? Cosa ne sarà dei nostri neuroni, si atrofizzeranno?
L’invasione dei cellulari
Pensa al cellulare. Nel giro di 20 anni è passato da strumento utile, a qualcosa di indispensabile. E’ accaduto. Ora non possiamo più stare senza. E questo è successo in 20 anni!
Allo stesso modo questa generazione potrà scegliere di volere un chip nel cervello per uso ricreativo e nella prossima generazione tutti vorranno averlo!
E’ lì che che può nascondersi il problema.
C’è già qualcuno che paga al supermercato con un chip infilato nel braccio…
Una volta che abbiamo una cosa del genere, la useremo sempre di più.
Non è finita qui
Microsoft, in collaborazione con MIT ha attivato Duo Skin, una tecnologia applicata sulla pelle, utilizzata per guidare dei gadget che sono impiantati in posti diversi del corpo umano. E siamo andati oltre curando una linea di gioielli che vanno impiantati nel corpo e grazie alla pressione del sangue che va ad attivare una micro turbina, al centro del gioiello che crea un piccolo flusso di elettricità che a sua volta carica dei disistimi che trasmettono dal braccio alla mano. E’ utilizzato come trackpad, consente di elevare la temperatura della pelle, viene usato coe metodo di pagamento…
La domanda è: dove finiamo noi ed inizia la macchina? Stanno dando alle macchine gli stessi diritti degli umani.
Ricordate Sophi? E’ stata ospite di talk show, diverse volte. Lei è il primo dispositivo elettronico ad ad aver avuto la cittadinanza. E’ successo in Arabia Saudita nel 2017.
Significa che ha tutti i diritti dei cittadini. Se la sua felicità ha presupposti diversi dalla nostra felicità, ha sempre, comunque, tutti i diritti uguali agli umani….
La tecnologia è qui, non è nel futuro.
Come rispondiamo alla domanda: cosa siamo disposti a regalare di noi alla tecnologia? Cosa rispondiamo se non capiamo il significato profondo di cosa vuol dire essere umani?
Cosa significa essere umani
Tutto ciò che vediamo fuori di noi è già dentro di noi, siamo già cablati per ripararci, per ringiovanire. Tutti gli organi del corpo, anche quelli che non pensiamo di poter riparare, ora è documentato dalla scienza che c’è la possibilità di farlo. Serve un’ambiente giusto che facilita la rigenerazione degli organi.
Noi creiamo il nostro ambiente, sia dentro che fuori di noi, attraverso l’autoregolazione biologica. Possiamo decidere di usare le nostre capacità, come l’empatia, la simpatia, la compassione e molto altro per rigenerarci e auto regolarci.
Tutto questo lo perdiamo se diamo alla tecnologia il potere di farlo al posto nostro.
Scopriamo le nostre capacità: cosa siamo in grado di fare, cose di cui non abbiamo ancora coscienza, prima di delegarle ad una macchina, ad un dispositivo.
Pensate al vostro mondo e come vedete il potenziale che ci circonda. Poniamoci queste domande. Da quando eravate bambini, sentite che c’è un potenziale più alto di quello che è già stato esplorato?
Se vedete che c’è ancora speranza, se vedete che c’è ancora qualcosa che non avete ancora realizzato o capito per quanto riguarda l’essere umano, allora possiamo capire cosa fare per risvegliarlo questo potere.
Fonte: Gregg Braden
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