IL TEMPO
Ho sempre litigato con il tempo.
Ho sempre voluto fare un sacco di cose e alla fine mi rendevo conto di arrivare alla fine della giornata senza aver fatto tutto ciò che volevo.
La prima soluzione, che qualcuno chiama GESTIONE DEL TEMPO DI PRIMA GENERAZIONE, è stata crearmi delle TO DO LIST. Amavo cancellare le cose fatte, mi dava l’idea di quanto facevo, ma ben preso mi sono accorta di due limiti:
– C’erano cose che non mi piacevano e quindi venivano lasciate lì e riscritte per molto tempo prima di essere effettivamente fatte;
– Non c’era priorità delle cose più importanti, quindi rischiavo di fare molto, ma di ritrovarmi con l’aver svolto attività di poco valore.
Allora ho cominciato ad usare meglio CALENDARI ed AGENDE. Chiamiamo questa fase SECONDA GENERAZIONE.
Tutto schematizzato, tutto al suo momento. Ho inserito la soluzione dei POMODORI, la conosci?
Si rifà al timer da cucina con la forma di pomodoro. 25’ di lavoro e 5’ di pausa. Per fare questo dovevi decidere di quanti pomodori avevi bisogno per concludere un lavoro. La mia agenda era compilata in ogni mezz’ora di vita…e piena di pomodori 🙂
Utile, produttivo…ma mi sentivo un criceto con l’ansia di dover stare in quel determinato tempo.
Poi è arrivata la TERZA GENERAZIONE. Qui cominciamo a fare sul serio. Ho iniziato ad usare lo schema dei QUATTRO QUADRANTI che divide le cose da fare in:
1. Urgenti e Importanti,
2. Importanti e non Urgenti
3. Urgenti, ma non Importanti
4. Non Urgenti e Non Importanti.
Grazie a questo modello è stato più facile iniziare a dare delle priorità, chiarire valori; a lavorare per obiettivi.
In realtà non è necessario gestire il tempo, o meglio, prima di voler gestire il tempo è meglio gestire me stessa! Ciò che conta è la mia aspettativa e la sua realizzazione.
Per fare ciò ho cominciato a cercare l’equilibrio di un concetto applicabile in ogni ambito, che è l’equilibrio tra la PRODUZIONE e la CAPACITA’ DI PRODUZIONE.
Ne parlerò meglio in un altro post, qui voglio solo accennarti il concetto con un esempio:
Metti che acquisto un nuovo paio di sci, bellissimi, tirati a puntino. Vado a sciare e mi diverto un mondo a tirare delle curve fantastiche. Ogni giorno li prendo con gioia e mi diverto poi li ripongo, ogni sera, fino al nuovo giorno.
Per quanti giorni posso permettermi di non revisionarli, prima che le lamine perdano il filo o comincino ad arrugginire, o a non tenere più sul duro, come dovrebbero?
Quanto posso lavorare, accanto ai miei colleghi, senza curare il rapporto con loro?
Quanto posso chiedere, ai miei figli, ordine e pulizia, senza interessarmi a loro?
Quanto posso aspettarmi che duri il mio matrimonio, senza un impegno quotidiano nel tenere vivo ciò che di bello c’è fra noi?
Con la QUARTA GENERAZIONE, nasce un concetto di importanza rispetto a quel quadrante in cui inserire tutte le cose importanti non urgenti, accennato prima, che solitamente tralasciamo, proprio perché non urgenti.
Anziché concentrarmi sul tempo, mi concentro sulle aspettative, sulla conservazione e il rafforzamento delle relazioni, oltre che sul raggiungimento dei risultati.
Mi concentro su di me: su ciò che voglio ottenere, sull’equilibrio dei miei ruoli come mamma, come moglie, come figlia e sorella, come imprenditrice, come atleta.
E ti garantisco, i risultati cominciano a fluire.
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